La mucca Emilia

Apr 8, 2014 | alimentazione

Oggi  il laboratorio inizia con la lettura della storia:

                    Il segreto di Mucchetta

mucca 1

Mucchetta era arrivata da poco nella fattoria. Era l’ultima nata tra tutti gli animali che animavano la fattoria. Ma nonostante avesse solo poche settimane di vita, cominciava ad ambientarsi. A guardarsi intorno, a scoprire. La mamma, una signora mucca molto elegante, di nome Emilia, da qualche giorno la conduceva con sé  ogni mattina al pascolo. Mucchetta non pascolava ancora, era troppo piccolina. Ma era contenta ugualmente, perché poteva stare a guardare tutti gli altri animali. E quando aveva fame, una bella poppata di latte non gliela toglieva nessuno. Mucchetta era felice. Sole, aria aperta e buon latte di mamma mucca. E cresceva ogni giorno (poco alla volta) sempre più sana e forte. Anche gli altri animali erano contenti quando vedevano Mucchetta. Perché era allegra, scherzava con tutti, inciampava quando camminava. Era proprio buffa.

Una sera però, tornati alla stalla dopo una intensa giornata al pascolo al sole, la mamma di Mucchetta la chiamò in disparte. E le disse, quasi in lacrime, che non poteva più darle il latte. Mucchetta non capì. Mamma mucca le spiegò allora che adesso il suo latte lo volevano i bambini degli uomini. Ma Mucchetta continuava a non capire. Cosa se ne facevano i bambini degli uomini del latte di sua mamma? Del suo latte, quello che beveva ogni giorno nella stalla e poi al pascolo quando guardava  gli altri animali. Mamma mucca provò a consolarla. E iniziò a raccontarle che anche i suoi fratelli si erano dovuti adattare. La vita di una mucca è bella da piccola, quando non hai responsabilità e puoi permetterti di giocare tutto il giorno. Ma da grandi anche le mucche hanno delle responsabilità e dei doveri. E il dovere delle mucche era quello di nutrire i bambini degli uomini.

“Perché non vengono a pascolare anche loro, invece di bersi il mio latte? –  provò a chiedere Mucchetta – Sanno camminare come me ed hanno anche i denti più forti. Potrebbero trovare un sacco di cose da mangiare e lasciare a me il mio latte”.

Mamma mucca scosse la testa e la accarezzò. Poi le raccontò una storiella per farla addormentare.

La mattina dopo Mucchetta si svegliò come sempre all’alba e come sempre ben affamata.  Ma mamma mucca non era nella stalla. Le altre zie mucche le spiegarono che la mamma era andata a portare il latte ai bambini degli uomini. Mucchetta ci rimase male. Pianse anche un po’. Ma non voleva farsi vedere dalle altre mucche mentre piangeva. Quindi si asciugò le lacrime con lo zoccolo e decise di uscire. Se i bambini bevevano il suo latte, pensò, lei avrebbe mangiato le cose dei bambini. Fece il giro della fattoria ed entrò nella casa dei bambini. Era la prima volta che entrava in una casa dei bambini e le sarebbe piaciuto curiosare tutto intorno. Ma non aveva tempo. Doveva trovare da mangiare. C’era una grande tavola, con sopra un enorme cesto di frutta. Aveva sentito dire che la frutta piace tanto ai bambini e fa loro un sacco di bene. Allora provò ad addentare il primo frutto che le capitò. Ma non aveva ancora i denti e non ci riuscì. Ci riprovò ancora. Ma invano. Mucchetta rimase quasi un’ora a cercare di mangiare tutta quella frutta, ma non riuscì ad ingoiarne neanche un pezzetto. Stava per uscire dalla casa, triste e sconsolata, quando l’occhio le cadde su una mensola appesa sopra il tavolo. La mensola non aveva nulla di strano, ma colpì la sua attenzione un filo che sembrava scendere. Guardò meglio. E vide appeso al filo un piccolo ragnetto che stava risalendo verso la mensola. Il ragnetto se ne accorse. Fece un piccolo sorriso a Mucchetta poi riprese a salire sulla mensola. Mucchetta lo guardava divertita. Il ragnetto sembrava davvero indaffarato con quelle sue otto zampette, ma in realtà non faceva altro che andare su e giù per quel filo. Alla fine il ragnetto riuscì a raggiungere la mensola. Iniziò ad agitare tutte e otto le zampette per chiamare Mucchetta. Mucchetta si avvicinò. Il ragnetto si mise a correre avanti e indietro sulla mensola, mentre Mucchetta lo osservava incuriosita. Alla fine il ragnetto si fermò sopra una mandorla.  Mucchetta non aveva mai visto una mandorla. Il ragnetto provò a spingere la mandorla, ma nonostante tutti i suoi sforzi non riusciva a spostarla. Mucchetta capì quello che voleva fare il ragnetto e provò ad aiutarlo. Cercò di spostare la mandorla con uno zoccolo, ma nel cercare di alzarsi un po’ perse l’equilibrio.  Lo zoccolo ricadde pesantemente sulla mensola. Il ragnetto riuscì a spostarsi in tempo, ma lo zoccolo colpì in pieno il mucchio di mandorle e le schiacciò. Si frantumarono in mille pezzettini mischiati in un liquido biancastro che si sparse su tutta la mensola. Zucchetta prese paura, perché se l’avessero scoperta era certa che l’avrebbero sgridata. Decise di pulire e si mise a leccare il liquido. Sorpresa! Era buonissimo, come il latte della mamma. Ma non fece in tempo a dare la seconda leccata, che entrarono i bambini degli uomini. Videro Mucchetta e si avvicinarono alla mensola. Mucchetta si allontanò un po’ per paura di essere sgridata e i bambini videro tutto quel liquido bianco. E decisero di assaggiarlo. Buonissimo! Come il latte della mamma di Mucchetta. Poi videro il ragnetto, che aveva ripreso ad andare su e giù per il suo filo. Lo seguirono con lo sguardo finchè il ragnetto non risalì sulla mensola ed andò ad appoggiarsi sopra un altro mucchio di mandorle. Poi iniziò ad agitare tutte e otto le sue zampette. I bambini presero le mandorle (spostando il ragnetto) e iniziarono a schiacciarle. Il liquido che ne usciva era proprio buono. Era solo un po’ faticoso schiacciarle. Poi guardarono Mucchetta. Non l’avevano mai vista così. Triste, impaurita, ma soprattutto affamata. La guardarono negli occhi, si parlarono un po’ tra loro, poi corsero via dalla cucina. Tornarono subito dopo con una tazza di latte. Quel latte della mamma di Mucchetta che i loro genitori avevano preparato per loro. Diedero la tazza a Mucchetta che lo bevve tutto di un sorso. Mucchetta ritrovò il sorriso. E per ringraziare i bambini si mise a schiacciare con i suoi zoccoli tutte le mandorle. Così i bambini potevano bere quel succo buonissimo.

Da quel giorno nella fattoria nacque un’amicizia che sarebbe durata tutta la vita. Ogni  mattina i bambini degli uomini le riportavano il latte di sua mamma e lei in cambio gli schiacciava le mandorle.  Non lo seppe mai nessuno nella fattoria. Neanche la mamma di Mucchetta. Era il segreto di Mucchetta e dei bambini

mucca 2

La storia  ai bambini  è piaciuta molto, ma come sempre, dopo aver ascoltato, non vedono l’ora di creare qualche cosa, ecco dal sacco magico uscire gommapiuma, stoffa e paglietta.

La gomma piuma é un pezzo di riciclo dei braccioli delle poltrone ed é stata sagomata mettendo un elastico a formare le orecchie e stringere il collo. Per farla restare in piedi si é messo un pezzo di gommapiuma posteriore per allargare la base.

I bambini hanno ritagliato e  incollato gli occhi, il musetto, il ciuffo e il mantello.

Dopo aver dipinto gli occhi, il naso e messo un campanellino al collo la mucca Emilia é pronta per entrare nella stalla…………

Buon lavoro da @progettoinfanzia.net 

favola tratta da  http://www.crudismo.com/blog/favole/il-segreto-di-mucchetta

che ringraziamo.

 

 

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