Dal libro “un gioco” di Hervé Tullet al segno grafico
un’attività di Stefania Iacopucci e Irene Sforzi (ic “F.Luppi” Scuola dell’infanzia” Chiesanuova” di Prato sezione C
Un gioco, sempre pubblicato da Franco Cosimo Panini, riprende lo schema dei pallini colorati e dell’intervento ‘magico’ dei piccoli lettori e lettrici: con un percorso più lungo e articolato, fra un battito di mani, un soffio e una formula magica, il pallino giallo volteggia sulle pagine, sparisce, ricompare in testa al lettore, riprende la via verso la fine del libro, che, però, non finisce mai e…può essere anche letto al contrario!!!
Da qui l’idea di Stefania, Irene e Valentina che ha permesso loro di inserire la genialità di un autore come Hervè Tullet nel loro progetto annuale dedicato ai libri.
La loro idea è stata quella di esplorare i vari segni grafici per avviare i bambini a compiere gesti e pre-grafismi utili per il futuro apprendimento della scrittura
Spazio, lateralizzazione, disegno, campo visivo…
Queste sono solo alcune caratteristiche che il pregrafismo mette in campo nell’accompagnare il bambino dall’uso spontaneo di matite, colori e fogli all’apprendimento della scrittura.
Spesso, però, questi esercizi consistono, purtroppo, in schede che vengono proposte ai bambini…
Il pregrafismo è una tappa importante per l’acquisizione “tecnica” della capacità di scrittura: i bambini imparano a tenere in mano con maggiore sicurezza la penna o la matita, sviluppano la motricità fine e definiscono sempre meglio la “direzione” della scrittura (in pratica, sperimentano la scrittura da sinistra a destra).
Diversa, invece, è questa proposta:
dal compiacimento che prova il bambino nello scoprire i segni da lui prodotti, nasce l’interesse e il desiderio di riprodurli, così inizia a scarabocchiare…
Inizialmente magari ancora senza cognizione di causa né coordinazione: i movimenti sono molto larghi, si espandono in diverse direzioni, a seconda della posizione in cui si trova il bambino, solo dopo molte ‘prove’ il bambino comincia a indirizzare i suoi movimenti e a variarli, perfezionando la sua abilità e la coordinazione tra ciò che vede e come si muove. ..
Sono dei veri e propri esercizi di prescrittura e aiutano la coordinazione mano-occhio per incanalarli nel percorso successivo che sarà quello della scrittura vera e propria.
Secondo me è importante, perché ha tutte le caratteristiche di un’attività serena e piacevole
Il cambio del formato del supporto grafico ( da rotondo a rettangolare) permette al bambino di sviluppare obiettivi relativi alla discriminazione visiva e all’organizzazione organizzazione spaziale.
Il supporto rettangolare ha poi permesso alle insegnanti di assemblare i lavori costruendo un libro con un racconto individuale di ogni bambino
Tutti i libri realizzati dai bambini sono stati poi esposti a scuola e presentati in maniera diversa
Insomma, questo tipo di attività, secondo me può essere riassunta attraverso una frase di Gianni Rodari :“la scuola visto che bisogna farla, meglio farla ridendo che piangendo”
E credo senza dubbio che anche Hervé Tullet sarebbe d’accordo”
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Buon lavoro da#progettoinfanzia che vi attende ai suoi atelier partecipati /corsi formativi per proporre arte e immagine nella scuola
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