Un filo unisce il mondo
by Micol Blanchard
Il primo post del 2020 vuole trasmettere, attraverso un filo che percorre le case del mondo, il messaggio di includere popoli di culture differenti per aiutare ad unirli, ampliare la loro condivisione alla vita culturale e sociale e a favorire il dialogo interculturale e la disuguaglianza culturale.
Mentre il nostro filo lega le case del mondo, il filo rosso di Millo s’ intreccia tra le dita di un ragazzo e una ragazza per implementare i rapporti umani tra gli abitanti.
Basta un filo per unire. Un filo che sembra unire anche le case dell’artista Victoria Tallevisky
Questo l’articolo scritto da Gino Martina sulla Repubblica di Bari per esporre il lavoro di Millo, ben si presta a presentare anche il nostro lavoro.
“ Un sottile filo rosso che collega e lega ognuno di noi, nonostante le difficoltà e gli intrecci delle nostre vite, noi tutti siamo migliori quando non siamo soli”.
Un filo che si intreccia tra le dita delle figure, un ragazzo e una ragazza giganti tra i grattacieli di una metropoli, protagonisti di Wish, l’ultimo murale che Millo ha realizzato a Lecce, per il progetto 167Art Project.
Una grande opera sulla facciata esterna di uno degli edifici del quartiere popolare multiculturale e multietnico del capoluogo salentino dove, ricordano gli organizzatori di 167b street, “negli anni 90 si tenne uno dei più grandi processi di mafia della storia d’Italia, nello specifico alla sacra corona unita”.
Lo scopo dell’arte, come nel caso del murale “Il mondo è nostro”, di Chekos, è quello di “migliorare la percezione estetica ma soprattutto di implementare i rapporti umani tra gli abitanti del rione. Il tutto con la partecipazione degli stessi abitanti e la collaborazione della parrocchia San Giovanni Battista.
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