Polvere magica per riprodurre il quadro di Calabrese

Nov 15, 2013 | arte, matematica | 3 commenti

Polvere magica…per dipingere i rombi 

Scuola dell’Infanzia di Canneto Sull’Oglio

si ringraziano le insegnanti Lucia e Lucia

Laboratorio grafico-pittorico ammirando il quadro di Calabrese

Il laboratorio ha voluto sensibilizzare il bambino all’arte tramite esperienze nuove.

1 calabrese

Lo scopo del laboratorio far conoscere:

una nuova forma geometrica, il rombo

di riprendere la forma del cerchio

le dimensioni grande, medio,piccolo.

i colori autunnali attraverso nuove tecniche come il collage con la tecnica a strappo,

l’uso di tempera e pennello con un materiale inusuale: lo zucchero.

Lo zucchero è stato presentato come POLVERE MAGICA, in questo modo i bambini l’hanno utilizzato senza conoscerne l’identità per ovviare venisse ingerito.

 

2 calabrese

L’ action-painting ha permesso loro di divertirsi a mescolare colore e polvere, di notare la ruvidità del prodotto ottenuto, di imparare a lavorare a gruppi e soprattutto a rispettare le indicazioni impartite.

Il laboratorio li ha portati  a lavorare rappresentando ciò che vedevano nel quadro dopo averlo osservato e ascoltato la storia  “ L’ALBERO PARLANTE ” .

Il laboratorio è stato suddiviso in 3 momenti

1)      dipingere i rombi

2)      collage dei cerchi

3)      realizzazione del quadro ( il tronco = ritagli di pelle , rami = ritagli di  corteccia )

I bambini si sono sentiti veri “artisti”.

 3 calabrese

4 calabrese

5 calabrese

L’albero parlante

In un bosco incantato dove il tempo sembrava essersi fermato, viveva una quercia centenaria, e si favoleggiava che questa quercia maestosa parlasse ai bambini.
Un giorno di primavera, una scolaresca si era recata proprio in quel bellissimo bosco per una gita. Un bambino un po’ timido dai grandi occhi castani, che alle volte amava stare un po’ in disparte per isolarsi dai compagni ed ammirare le bellezze della natura, decise di addentrarsi nel bosco, spinto dalla sua insaziabile curiosità e rapito dalle meraviglie di quel luogo incantato.
Così, cammina cammina si ritrovò nel fitto del bosco, dove non si udivano più gli schiamazzi dei suoi compagni, ma solo il cinguettio degli uccelli e lo stormire degli alberi accarezzai dal  tiepido vento  (d’ aprile. ) autunnale
Ad un tratto, si sentì chiamare: “ehi bimbo”
Giacomino trasalì facendo un balzo all’indietro chiedendosi da dove provenisse quella voce un po’ cavernosa, ma invano cercò perché non c’era proprio nessuno.
Stava per tornare indietro quando nuovamente si sentì chiamare: “Ehi! Sono qui!”
Giacomino si avvicinò alla quercia, e con sua grande meraviglia scoprì che proveniva proprio dall’albero.
– Ciao, sono l’albero che parla.
– Ma è impossibile! Gli alberi non parlano! Chi sei?
– E invece sì. Mi daresti un po’ d’acqua per favore? E’ da molto che non piove da queste parti. Ho tanta sete!
– Certo, ecco – rispose Giacomino ancora incredulo.
Giacomino versò il contenuto della sua borraccia ai piedi del tronco e improvvisamente i rami si riempirono di mele, di pere, noci, arance e di tanti altri squisiti frutti. I rami cominciarono a muoversi e ad allungarsi e muovendosi sinuosamente si avvicinarono a Giacomino porgendogli i propri frutti.
– Grazie bimbo, sei davvero molto generoso, e per ringraziarti, ti farò un regalo, metti la tua mano nel buco che vedi nel tronco.
Giacomino, dapprima un po’ esitante mise la sua timida mano nel buco del tronco e con sua grande meraviglia trovò un cesto peno di dolci preparati dagli elfi del bosco per i bambini buoni con gli alberi: meringhe al cioccolato, tortini di mele, biscotti con le mandorle, biscotti al cioccolato e tante altre ghiottonerie.
Giacomino si riempì lo zainetto, lo ringraziò e lo salutò calorosamente.
“Ciao signor albero! Ora devo tornare dai miei compagni, altrimenti le maestre si preoccupano!” Quando tornò dai compagni, questi gli chiesero dove avesse trovato tutti questi dolci e lui raccontò loro del meraviglioso incontro con la quercia magica, ma essi lo canzonarono ridendogli in faccia e il più bullo di loro che si chiamava Alfonzo con la zeta gli disse che stava raccontando un sacco di frottole.
“Giacomino ha le allucinazioni!”
“Ha ha ha, ma per chi ci hai presi?”
“Vi dimostrerò che Giacomino mente”- disse Alfonzo. “Dimmi, dove si troverebbe questo presunto albero parlante?”- disse in tono di sfida.
Giacomino gli indicò il percorso e Alfonzo si addentrò nel bosco in cerca dell’albero in questione. Giunto dinnanzi all’albero descritto da Giacomino, lo provocò tirandogli una pietra, per vedere se avrebbe reagito. L’albero disse: “Ahi! Ma perché mi fai male?”
Alfonzo non poté credere alle sue orecchie e gli tirò un’altra pietra. Allora l’albero gli disse: “Tu sei molto cattivo con gli alberi e non credi nella magia, i bimbi devono credere nella magia e devono rispettare la natura!”
-Ma io non credo che sei tu a parlare, c’è qualcuno dietro di te che si fa beffa di me e io lo scoprirò. Dimostrami che sei stato tu a dare i dolci a Giacomino e ti crederò.
-Metti la tua mano bel buco del mio tronco.
Alfonzo mise la sua mano nel buco ma che vi trovò? Nient’altro che pietre, uva marcia e un rospo che saltò fuori indispettito!!”
Alfonzo scappò via a gambe levate e tutto trafelato raccontò ai suoi compagni dell’accaduto. Ecco la punizione per i bambini arroganti e maleducati!
Chi rispetta gli alberi viene sempre premiato!!

di Irene Serra che ringraziamo infinitamente , tratto da http://www.favole.org/IreneSerra_albero.html

 

#progettoinfanzia.net ringrazia

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3 Commenti

  1. Teresa Cerza

    Bellissimi disegni

    • paola

      grazie

  2. Carmela

    come è stato colorato lo zucchero?

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