I bambini che hanno partecipato a queste attività, avevano già preso confidenza con le forme degli oggetti, sapevano distinguere le forme degli oggetti in sezione, distinguevano il diverso numero di angoli ( da loro definiti punte) o altre proprietà messe in evidenza attraverso giochi di incastro o di composizione. Ad esempio, avevano osservato che non tute le forme ricoprono uniformemente una superficie facendo giochi di mosaico e di piastrella ture.
Per verificare le competenze acquisite e per tenere vivo l’interesse e il gusto della ricerca dei bambini , abbiamo proposto di uscire a fare una passeggiata in paese con l’intento di trovare e riconoscere forme con cui spesso avevano giocato a scuola.
Inutile dire che i bambini facevano a gara per trovare il maggior numero di forme ed è stata gratificante la loro meraviglia nel vedere quante se ne trovavano.
I segnali stradali erano i più facili da riconoscere, ma anche la rete che recinta il giardino è fatta di quadrati, la piastra dei tombini è un rettangolo e il portellino d’accesso al serbatoio della benzina di una macchina parcheggiata davanti alla scuola è tondo…
Abbiamo fatto fotografie e, una volta tornati a scuola. Abbiamo cominciato a “ rifletterci su”.
Con la carta velina sovrapposta alle fotografie i bambini hanno ricalcato la forma del campanile e del suo orologio, delle finestre di una casa o delle porte.
Alcuni bambini hanno riprodotto con il disegno le forme trovate e hanno fatto i loro commenti.
Così per Sara i buchi dei tombini sembrano biscotti, luigi ha detto che il segnale di stop è rotondo,ma con dentro un triangolo, Andrea ha osservato che la cassetta delle lettere “ è un po’ quadrata e un po’ rettangolare”.
L’esperienza è stata molto motivante per i bambini, ha potenziato la loro capacità di osservazione, ma, soprattutto, i giochi fatti a scuola hanno trovati un legame profondo con l’esperienza quotidiana con il mondo esttterno,il vero mondo “ da scoprire e da interpretare”
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